Ogni anno, il 17 giugno, si celebra la Giornata Mondiale contro la Desertificazione e la Siccità. Una ricorrenza che è stata istituita dall’ONU nel 1994, data in cui è stata siglata anche la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD), il testo che stabilisce una serie di regole per contrastare questo fenomeno.
Quest’anno il tema della giornata è “Ripristinare il territorio. Sbloccare le opportunità”, al fine di incentivare pratiche di rigenerazione ambientale e investimenti sostenibili sul territorio. Infatti, gli obiettivi principali sono:
- Promuovere la consapevolezza pubblica sui problemi legati alla desertificazione, al degrado del territorio e alla siccità;
- Presentare soluzioni guidate dall’uomo per prevenire la desertificazione e invertire l’intensificarsi della siccità;
- Rafforzare l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione.
Desertificazione e siccità sono la stessa cosa?
No, si tratta a tutti gli effetti di due fenomeni diversi. La siccità è un evento climatico temporaneo, caratterizzato da una prolungata mancanza di precipitazioni, che può colpire qualsiasi area geografica, mentre la desertificazione è un processo graduale e permanente di degrado del suolo in aree aride, causato da attività umane e cambiamenti climatici. La prima può innescare o accelerare la seconda.
La siccità è una combinazione di diversi fattori: variabilità climatica naturale, cambiamento climatico indotto dalle attività umane (in particolare, dall’uso dei combustibili fossili, dalla deforestazione e dal degrado del suolo) e cattiva gestione delle risorse idriche del territorio.
La situazione in Europa e in Italia
Il Panel scientifico intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) ritiene che la siccità agricola ed ecologica siano aumentate in diverse regioni di tutti i continenti.
Come specificato dal WWF, a maggio 2025 oltre il 40% dell’Europa risultava colpita da qualche forma di siccità, mettendo a rischio i raccolti e l’approvvigionamento alimentare. Al momento, condizioni di allerta siccità sono presenti nella regione del Mar Baltico, in Irlanda, nel Regno Unito, nella Francia settentrionale, nel Benelux, in diverse regioni della Germania, in alcune zone delle pendici settentrionali delle Alpi, in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bielorussia, gran parte dell’Ucraina, Russia meridionale, Romania centrale e occidentale, Bulgaria, alcune regioni della Grecia, piccole aree dei Balcani occidentali, Cipro, gran parte della Turchia, Malta e le isole del Mediterraneo sud-orientale.
In Italia invece, nel 2023 il MASE aveva spinto per far approvare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, ma da allora nulla è stato fatto per attuarlo. Sono necessarie innanzitutto politiche che tengano conto del bilancio idrico almeno a livello di bacino idrografico: secondo i dati ISPRA del 2022, nell’ultimo trentennio la disponibilità di acqua si è ridotta del 19%, mentre i suoi consumi sono aumentati.
Conclusioni
Secondo le stime, il degrado del suolo causato dall’uomo interessa almeno 1,6 miliardi di ettari in tutto il mondo, avendo ripercussioni dirette su 3,2 miliardi di persone. A oggi, se le tendenze attuali continuano, dovremo ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terreno entro il 2030 per raggiungere un mondo neutrale in termini di degrado del suolo. Certo è che, la gestione del territorio e del suolo non può prescindere da consumi sostenibili.
Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti link
https://blog.3bee.com/giornata-mondiale-desertificazione-siccita/
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