Ogni anno, il 05 dicembre, si celebra la Giornata Mondiale del Suolo. È stata istituita dalla 68esima Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il suolo è lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi e rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua, ospitando gran parte della biosfera. È una risorsa vitale, limitata, non rinnovabile e insostituibile.

Come specificato nel rapporto ambientale sul consumo di suolo, un suolo sano costituisce la base essenziale dell’economia, della società e dell’ambiente, in quanto produce alimenti, accresce la nostra resilienza ai cambiamenti climatici, agli eventi meteorologici estremi, alla siccità e alle inondazioni e favorisce il nostro benessere.

Cos’è il consumo di suolo?

Il consumo di suolo è un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.

È definito come la variazione in un determinato periodo di tempo da una copertura non artificiale (suolo non consumato) e una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).

Il consumo di suolo continua a trasformare il nostro territorio con velocità elevate. Solo nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato 83,7 km quadrati. Una media di 22,9 ettari al giorno, il 15,6% in più rispetto all’anno precedente.

In 15 regioni il suolo consumato stimato al 2024 supera il 5% e i valori più elevati si registrano in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%).

A livello provinciale, in Veneto Padova e Treviso sono di poco sotto la soglia di un quinto del territorio consumato (rispettivamente 19% e il 17%).

La Giornata Mondiale del Suolo

Per l’edizione del 2025 di questa ricorrenza il tema scelto è “Healthy Soils for Healthy Cities”, Suoli Sani per Città Sane. Un tema che vuole sottolineare il legame imprescindibile tra la qualità del suolo e il benessere delle popolazioni urbane.

Infatti, oltre all’asfalto, agli edifici e alle strade, nelle città è presente un terreno che, se permeabile e vegetato, aiuta ad assorbire l’acqua piovana, regolare la temperatura, immagazzinare carbonio e migliorare la qualità dell’aria. Se invece viene coperto con il cemento, perde queste funzioni e rende le città più vulnerabili alle inondazioni, al surriscaldamento e all’inquinamento.

Questa giornata ha l’obiettivi di invitare tutti a ripensare gli spazi urbani dalle fondamenta, per costruire città più verdi, più resilienti e più sane.

Alcuni dati

Ecco alcuni dati che ci fanno capire l’importanza di preservare il suolo:

  • Il 95% del nostro cibo proviene dal suolo;
  • Il terreno fornisce 15 dei 18 elementi chimici naturali essenziali per le piante;
  • In un cucchiaio di terra ci sono più organismi viventi che persone sulla Terra;
  • Il suolo ospita quasi il 59% delle specie della Terra;
  • Grazie alla gestione sostenibile del suolo si potrebbe produrre fino al 58% di cibo in più.

Dall’altro lato però, le statistiche mostrano che:

  • Il 33% dei terreni è degradato;
  • Per produrre anche solo 2-3 cm di terreno possono essere necessari fino a 1.000 anni;
  • 2 miliardi di persone in tutto il mondo soffrono di carenza di micronutrienti; questo fenomeno è noto come “fame nascosta”.

Impianti fotovoltaici

Attualmente, a livello nazionale, risultano occupati 18.837 ettari di suolo da impianti fotovoltaici installati a terra, con una distribuzione eterogenea tra le regioni. La metodologia di monitoraggio del consumo di suolo considera consumate le superfici su cui l’antropizzazione copre più del 50% della cella della griglia di rilevazione (porzione di territorio di 10×10 metri). Molti dei nuovi impianti rilevati mostrano una percentuale di superficie coperta dai moduli fotovoltaici inferiore alla soglia metodologica, quindi queste aree non sono considerate consumo di suolo.